La ceramica a Faenza vanta una tradizione plurisecolare e ancora oggi continua a rivestire una notevole importanza, essendo essa espressione di artigianato e industria . La città, per la natura del terreno ricco di argille atte alla foggiatura e per la posizione geografica che ne faceva un punto di incontro tra la cultura padana e quella toscana, seppe costituirsi come centro ceramico di primaria importanza sin dal Medioevo.
A partire dalla fine del ‘400 e agli inizi del ‘500, si manifesta nella maiolica faentina un lento abbandono dei temi goticheggianti ed orientali che avevano caratterizzato in parte la tarda produzione medioevale e quella del primo Rinascimento verso un linguaggio più prettamente italiano. In seguito la maggiore apertura culturale ed il più stretto legame tra i maiolicari e i pittori su tela fanno sì che si passi dal valore araldico e decorativo del repertorio a forme sempre più sentite e personali della figurazione umana, avviando quel nuovo filone che, per il gusto narrativo, è detto “istoriato“.
Poco oltre la metà del secolo XVI, i maiolicari che avevano già raggiunto altissimi traguardi decorativi sentono la necessità di imprimere una svolta sostanziale allo stile dei loro prodotti, con la realizzazione di manufatti solitamente denominati “bianchi“. Si notano accanto a forme usuali oggetti con fogge mosse e stravaganti con una decorazione semplice caratterizzata da una fattura quasi schizzata da cui la denominazione di stile “compendiario“. La fama di questi prodotti faentini fu tale che la maiolica venne conosciuta nel mondo con il nome di Faience.
Dalla fine del ‘600 in poi la Fabbrica dei conti Ferniani diventò il centro propulsore non solo di nuove mode ma anche di nuove tecnologie, come la tecnica del “piccolo fuoco” e l’adozione di un nuovo prodotto ceramico di invenzione inglese: la terraglia, utilizzata dal 1778 da valenti scultori quali Giulio Tomba, Antonio Trentanove ed altri per la realizzazione di gruppi scultorei a tuttotondo di soggetto mitologico.
Verso la fine del secolo appaiono sui servizi da tavola nuove e delicate decorazioni come la foglia di vite, il festone, la ghianda adottate su forme che per la loro semplicità e linearità rivelano il passaggio al gusto neoclassico.
Nel XIX secolo vengono invece recuperate le tecniche degli antichi maestri e rivalutati i classici temi delle maioliche faentine del ‘500, in particolare le decorazioni raffaellesche.
Artigianato artistico
Nel settore della produzione artistica e artigianale (principalmente nel settore della ceramica) Faenza è una città che offre l’opportunità di scoprire molteplici aspetti.
Anche in questo comparto la storia di Faenza segna il presente molto più in profondità di quanto non risulti ad un primo sguardo.
All’inizio del XX secolo, la città si impegnò fortemente per una ripresa del settore ceramico andato in crisi dalla seconda metà del XIX secolo. Il rilancio delle arti applicate e dell’artigianato faentino prese avvio a partire dalla grande “Esposizione Torricelliana” del 1908 (realizzata in occasione del terzo centenario della nascita dell’illustre Evangelista Torricelli), voluta allo scopo di riaffidare alla città di Faenza il ruolo di centro culturale, economico ed artistico.
L’avvenimento recuperava i segni tracciati dalle Grandi Esposizioni Internazionali d’Arte e Artigianato organizzate nelle maggiori capitali d’Europa nella seconda metà dell’800. La vasta sezione di ceramica allestita in tale importante occasione venne, nello stesso anno, utilizzata come prima collezione del nascente Museo Internazionale delle Ceramiche. Dal 1913 iniziò, inoltre, ad essere pubblicata la rivista “Faenza” che, ancora ai giorni nostri, risulta essere fra i più autorevoli periodici del settore a livello internazionale.
Il rinnovato interesse per le “le arti applicate“, stimolato dagli avvenimenti di tale inizio secolo, ha dato avvio ad un processo di aggiornamento formale, decorativo e tecnico (dalla Fabbrica Fratelli Minardi a quelle di Achille Calzi e di Zoli e Melandri) che a Faenza ha coinvolto, oltre la ceramica, i diversi settori dell’artigianato artistico locale: da quello del ferro battuto a quello del mobile, dell’arredo e dell’ebanisteria (l’Ebanisteria Casalini vantava, ad esempio, una lunga tradizione artigianale, abilissimi intagliatori, intarsiatori e la collaborazione di diversi artisti).
Nel vivace contesto appena indicato l’Istituto Statale d’Arte per la Ceramica ha giocato, dalla sua istituzione avvenuta nel 1916, un ruolo fondamentale per la formazione di numerose generazioni di ceramisti ed artisti; essi hanno reso possibile la progressiva ricostruzione di un tessuto produttivo che ha caratterizzato Faenza nell’artigianato artistico e l’area sassuolese nella produzione industriale.
Nel territorio faentino la produzione ceramica è infatti, ancora oggi, un fenomeno artigianale caratterizzato essenzialmente da “botteghe” di artigianato artistico-storico di piccole dimensioni, molte delle quali dislocate nel centro storico della città.
L’alta competenza tecnica dell’artigianato artistico locale, unita ad un gusto raffinato, ha consolidato la tradizione ceramica e permesso ad artigiani ed artisti di Faenza di dare vita anche ad originali relazioni con il mercato, l’industria e il design.
Al turista che visita la città e i suoi dintorni viene offerta la possibilità di acquisti unici ed introvabili altrove, potendo ammirare e scegliere direttamente quanto viene prodotto nelle 60 “botteghe” artigiane e nei diversi atelier artistici della città.
La ceramica di Faenza ripropone oggi una diversificata e qualificata produzione di oggetti fatti a mano, d’uso e ornamentali, complementi d’arredo, design, opere scultoree ed d’Arte Contemporanea.
Gli stili decorativi attualmente più diffusi sulle ceramiche di Faenza si ispirano a motivi antichi, scelti fra quelli più correntemente realizzati dai faentini nei diversi periodi storici, convenzionalmente distinti per Famiglie.
Fra le tipologie più in uso troviamo lo “Stile Arcaico” (risalente alla produzione tipica in epoca medioevale) e lo “Stile Severo” che nel primo Rinascimento si contraddistingueva per le decorazioni cosiddette “a occhio di penna di pavone” e i famosi ritratti delle “Belle Donne“.
Le ceramiche prodotte dai primi del 1500 fino alla metà del secolo rimandano a noi le ricche immagini dell'”lstoriato” e dello “Stile Bello” in un sofisticato repertorio ispirato dalla pittura di Raffaello e alle incisioni rinascimentali: solo l’abilità dei nostri moderni ceramisti ci consente di apprezzare ancora oggi manufatti di grande eleganza.
Verso la metà del XVI secolo si sviluppa, per oltre un secolo, lo “Stile Compendiario” grazie al quale si deve la fama internazionale di Faenza. Lo “Stile Berettino“, in uso durante la prima metà del 1500, è l’altra decorazione che ispira gli attuali artigiani, mentre la decorazione di derivazione orientale cosiddetta “a garofano” si afferma solo a partire dal 1700 per essere oggi quella più largamente prodotta.
A rimarcare i caratteri di accoglienza della città e a guidare i visitatori nell’affascinante itinerario dei laboratori, una targa ovale in ceramica, posta in esterno sulle facciate degli edifici, individua le diverse botteghe di Faenza. Essa porta come simbologia un disegno che rappresenta la stretta fra due mani; tale decorazione è ispirata alle “coppe amatorie“, piatti portadolci e boccali realizzati in ceramica, in uso all’inizio del XVI secolo offerte come doni di fidanzamento e nozze.
Tra le importanti strutture che operano sui diversi fronti della ceramica, quella che si rivolge più direttamente al mondo produttivo è l’Ente Ceramica Faenza che, fondato nel 1977, si propone come struttura di riferimento per i ceramisti allo scopo di curare, in particolare, la valorizzazione della tradizione ceramica, la sua promozione e la tutela della qualità in tutte le componenti artigianali ed artistiche. L’Ente organizza, tra l’altro, la rassegna “Estate Ceramica” che si svolge nel centro storico da giugno a ottobre. In tale periodo si tiene la “Mostra Mercato dell’Artigianato Artistico” e nel primo fine settimana di settembre l’ormai tradizionale “Mondial Tornianti“, gara internazionale fra Maestri Tornianti.
La Mostra Mercato costituisce, per i ceramisti faentini, uno spazio d’eccellenza per la esposizione-vendita dei loro manufatti; essa è una manifestazione a carattere temporaneo e aperta al pubblico, da considerarsi come una sorta di centro di promozione della ceramica in cui vengono presentate le migliori collezioni della produzione artistico-artigianale di Faenza.